In questo quinto episodio tutto ruota attorno a due grandi eventi, concatenati tra loro, che si svolgono in parallelo venendoci, però, mostrati attraverso una sequenza un po’ sfalsata. Vediamo da una parte i grandi festeggiamenti in onore del Delfino e dall’altra la rivolta nella prigione di Chatalet.
L’uno richiama irrimediabilmente l’altro, poiché fa tutto parte del solito piano del cattivone di turno per entrare a contatto con la tesoreria reale.
Dopo aver contratto il debito con Van Laar, il tesoriere olandese, Feron non ha i soldi per far fronte al prestito e quindi deve ingegnarsi diversamente. Con l’appoggio del losco Grimaud e della Guardia Rossa, Feron tenta l’accesso alla cassaforte reale posta sotto la prigione di Chatalet. E quale miglior modo per tenere impegnati i Moschettieri, se non una bella rivolta?
Già nelle prime scene vediamo il tumulto senza sapere come sia stato aizzato; i prigionieri iniziano a fuggire e a compiere razzie – sia per fame che per follia – “capeggiati” (in un certo senso) da Borel, un fanatico con evidente sindrome da stress post traumatica che si crede il legittimo sovrano di Francia.
Nel corso dell’episodio, ben 55 minuti di noia e scene buttate lì tanto per far qualcosa, Borel diventerà una questione spinosa per D’Artagnan. Possiamo anche considerarlo uno che smuove le coscienze tramite la sua follia, ed è forse il solo a vederci chiaro in tutta la situazione che scruta il popolo sempre più afflitto e affamato. Borel riesce ad insinuare il dubbio nel giovane cuore di D’Artagnan, il quale si interroga – tra un senso di colpa e l’altro – su quale sia la fazione giusta e quella sbagliata in quella guerra. Una riflessione che scuote anche l’atarassico Athos, spingendolo nuovamente tra le braccia di Sylvie.
Avevamo lasciato la coppia scoppiata nella scorsa puntata, ma a quanto parte questa ship s’ha da fare ed Athos, accantonata la parentesi Milady, può tornare ad amare ancora. Vedendo il finale della scorsa stagione, pur sapendo del salto temporale che avremmo visto in quest’ultima, non pensavo che avrebbero dato anche a lui una sorta di lieto fine, una seconda possibilità per essere felice. Sylvie è l’opposto di Milady e lo vediamo bene: idealista e tenace, combatte per il popolo e non per la sua stessa salvaguardia. Sono queste le doti che Athos ha intravisto in lei, come a suo tempo fece anche D’Artagnan con Costance.
Ma a proposito, quando ci ridaranno un bel momento Costagnan?
Ma ancora prima di vedere queste scene, scopriamo che uno dei prigionieri di Chatalet è Victor Joubert, nonché colui che ha progettato la porta e la serratura della tesoreria. Quest’ultima è dotata di un particolare meccanismo che solo una specifica chiave può aprire, senza che la porta si blocchi definitivamente. E per incoraggiare Joubert a lavorare celermente alla nuova chiave, Grimaud fa rapire la moglie cieca, donna che viene prontamente salvata dall’intervento di Costance e Aramis. Insomma, un teatrino di neanche tre minuti per far fare l’eroina a Costance. Troppo veloce e troppo facile.
Quando Joubert trova la giusta combinazione è troppo tardi. Una serie di eventi hanno fatto sì che Feron – troppo preso dai suoi malaffari – non abbia ritardato il rientro dei prigionieri, nuovamente catturati dai moschettieri, e ciò comporta una grave falla nel piano. Nonostante la porta si sia aperta, Grimaud e le guardie rosse non fanno in tempo a sgraffignare l’oro e i gioielli, fallendo miseramente la missione. In pratica tanto rumore per nulla.
Ancora non sono riuscita ad inquadrare bene la figura di Grimaud: sfuggente come un’ombra che si annida negli angoli più oscuri, sembra essere proprio lui ad avere in pugno Feron e non il contrario, come potrebbe erroneamente apparire. Il Governatore compensa la mancanza di fisicità (che renderebbe impossibile uno scontro diretto) con le belle promesse. Ha infinocchiato un po’ tutti con la sua parlantina, persino il Re che torna ad essere di nuovo un bambolotto in preda ai suoi capricci.
Possiamo giustificare il comportamento di Louis alla luce di quanto egli stesso ha rivelato a Treville qualche episodio fa. Il Re sta morendo e vuole che il figlio – a differenza sua – abbia un bel ricordo del padre, che duri nel tempo nonostante la giovane età. Di fatti lo abbiamo visto trascorrere molto più tempo a giocare con lui e ad organizzare quella sfarzosa festa, che a preoccuparsi della sua nazione. Comprensibile, a questo punto, anche la preoccupazione di Anne la quale, rimasta sola e all’oscuro di tutto, non sa come affrontare i problemi scaturiti dalla distrazione del marito. Ricordiamo anche che in quel dato periodo storico la Francia era in guerra con la Spagna, e che spagnola è la Regina Anne come ci rammenta anche Feron… Però ho come la sensazione che l’intenzione di Louis non sia quella di lasciare lei come reggente per il Delfino. I rapporti tra i sovrani sono sempre più gelidi, ma il Re sembra rianimarsi quando vede Aramis affiancare Anne dopo il salvataggio da Borel. Quel “stay away from her” rimarca un possesso o a Louis brucia ancora lo spettro del tradimento della bella Regina?
In più ci si mette anche la fortuna sfacciata di Feron.
È proprio quando Treville è sul punto di smascherarlo che gli eventi giocano a suo favore, e non solo l’omicidio di Van Laar viene addebitato a Borel. Altrsì, il folle brucia anche la carta del debito con il banchiere olandese e Louis, così facendo, non avrebbe alcun motivo di credere alle parole del suo Ministro. Per quanto si fidi di lui, abbiamo già assistito a dimostrazioni di sfiducia da parte del sovrano, una sorta di mancata coerenza che caratterizza il personaggio di Ryan Gage. Splendido come sempre lui, brilla nella sofferta ultima interpretazione di un Re malato e rassegnato all’idea di morire presto o tardi.
Tuttavia, anche se Feron mette in chiaro ogni carta con Treville, arrivando a minacciarlo, questo non basta a tenere a freno un ex moschettiere ed è alquanto scontato che alla fine, in un modo o nell’altro, tutti avranno ciò che meritano.
Quindi non ci resta che continuare a seguire le avventure dei Moschettieri e vedere come si concluderanno le loro vicende. Io ancora spero in un finale scoppiettante ed è forse l’unica cosa che mi invoglia a proseguire nella visione dei restanti episodi.
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Alla prossima!